Agli inizi
degli anni Novanta, dopo la grande esposizione mediatica a seguito del lancio
dei missili di Gheddafi, furono avviate a Lampedusa alcune importanti opere
pubbliche e tra queste anche la costruzione di un grande impianto sportivo con
una piscina coperta. Un progetto ambizioso e interessante anche da un punto di vista
strutturale per l’ardita copertura con capriate rovesce in legno lamellare.
Senza
entrare nel merito dell’utilità o meno di un tale impianto, l’opera, già in
avanzato stato di costruzione, fu abbandonata e versa oggi nel più completo
degrado. Servì da set cinematografico per alcune scene del film “Respiro” di
Crialese e come rifugio di fortuna per molti migranti provenienti dal
Nord-Africa.
Perché oggi non pensare ad un progetto di recupero della struttura
per destinarla a qualche attività al servizio dei giovani di Lampedusa? E
questo prima che vada tutto in malora!
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